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16/03/08    1^ Maratona Città di Lecco
 
“Ma che sapore ha una giornata uggiosa!” : mah…dipende, per molti versi brutto, a tratti pessimo e mi riferisco non solo al meteo ma soprattutto all’organizzazione; per pochi buono e la mente vola al puro piacere di correre insieme ad altri runners.
Le previsioni meteo purtroppo si sono rivelate esatte e dopo la solare ed estiva mezza di Piacenza di due settimane prima ci tocca una piovosa ed umida giornata in quel di Lecco che si conferma “pisciatoio d’Italia”. La città manzoniana ci accoglie ancora addormentata infatti il silenzio delle vie del centro è rotto solo dal timido vociare dei runners che dal parcheggio si dirigono verso l’area expò. “Ma dove si ritirano i pettorali?” è la domanda che ci poniamo guardandoci a 360°. Uno striminzito cartello ci indica una stradina. C’incamminiamo e non vorrei crederci; una fila interminabile di persone in prossimità dell’ingresso impervio di un sottoscala che funge da ritiro pettorali/pacco gara, spogliatoio e “dulcis in findus” deposito borse. Quasi quasi potevate allestirci anche il ristoro… All’interno una bolgia umana e una temperatura “alticcia” come gli umori di tutti quanti. Mi cambio ma poco dopo decido di terminare la vestizione fuori. L’unico rifugio alla pioggia battente mi appare l’ingresso coperto di una chiesa: per la serie c’è sempre una prima volta. Mentre mia moglie “mi spilla” il pettorale addosso mi “incremo” le gambe. Come ipotizzato la partenza slitta di 15’ durante i quali faccio in tempo a fare un po’ di stretching e riscaldamento. Il bravo speaker Silvio Omodeo cerca di “pomparci” adrenalina e vista la giornata ne avremo proprio bisogno… Finalmente si parte. Speriamo che le difficoltà organizzative siano limitate alla logistica. Purtroppo no, infatti i cartelli kilometrici sono posizionati in modo approssimativo e i ristori/spugnaggi pure. Per fortuna smette di piovere forte dopo una mezz’ora anche se ormai siamo tutti bagnati. Il percorso a tratti è molto panoramico e col tempo sereno sarebbe stato senz’altro valorizzato. Non è piatto come scriveva l’organizzazione ma “muscolare” grazie ad alcuni saliscendi che però sembra non abbiano inciso molto sui tempi in generale, anzi.
Questa volta mi tocca la distanza regina ma non ho voglia di farmela in “apnea”. Giro bene fino al 35° km poi forse a causa del vento che soffia sulla maglia bagnata ho un po’ di mal di stomaco. Dopo un po’ passa ma rimane una certa insofferenza. Vado avanti cercando di non perdere terreno sul “treno” col quale ho percorso parecchi km. Grazie alle parole d’incoraggiamento del mio fido bici-accompagnatore Carlo arrivo al traguardo soddisfatto per aver terminato quella grande e straordinaria avventura dove si nasce, vive, muore ma incredibilmente si risorge: la Maratona!
Sangue, sudore e lacrime dedicate ad ANDREA. Ricordati: gli occhi della tigre!
Alessandro Rossini


16/03/2008


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