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Cursa de Natale. Montecarlo, 13 dicembre 2009
È ormai una mia buona abitudine correre questa gara particolare che viene organizzata tutti gli anni qui a Montecarlo, qualche settimana prima di Natale. Il nome non è francese, ma viene utilizzata un’espressione dialettale monegasca, che assomiglia, come la maggior parte dei dialetti che ancora qualcuno parla nell’entroterra francese a ridosso del confine italiano, ai dialetti parlati nei nostri paesini di confine; a testimonianza di radici e origini comuni tra italiani e francesi, che poi si fanno la “guerra” durante un incontro di calcio…
Ma veniamo a cose più importanti di una partita di calcio. Dopo aver ritirato il pettorale il sabato, la domenica mattina parto da casa convinto che la partenza sia fissata per le 10 e così arrivo a Montecarlo verso le 9:20, giusto in tempo per parcheggiare a pochi metri dalla linea di partenza e arrivo. C’era la possibilità di usufruire di un parcheggio con tariffa agevolata, ma era un po’ più lontano e, siccome la mattinata era piuttosto fredda, ho preferito il più vicino. Esco dal parcheggio già pronto per la gara, e mi dico: “Ho ancora una mezz’oretta scarsa per riscaldarmi un pochino e per vedere chi c’è, quando scopro che in realtà la partenza era alle 10:30. Così ho potuto curare meglio il riscaldamento, e incontrare e salutare alcuni amici.
La partenza è praticamente nella “chicane” delle piscine (non so se qualcuno è pratico di Formula 1) e, una volta partiti, si percorre la curva della Rascasse e tutto il rettilineo della partenza del famoso Grand Prix di automobilismo. Dopo di che, giunti all’altezza della chiesetta di Santa Devota, si svolta a sinistra (1° km) e si ritorna verso la rocca, con un breve tratto in salita progressiva fino a quando non si imbocca una scalinata (75 scalini per la precisione) fortunatamente con gradini piuttosto larghi, che io ho percorso ad un passo sostenuto per risparmiare energie, e soprattutto perché con gli anni ho imparato che la mia velocità è pari a quella di coloro che salgono gli scalini correndo. La fatica della salita è allietata da una jazz band di Babbi Natale. Finita la scalinata si sbuca, attraverso un portico, nella piazza dove i turisti, in determinati orari sostano per poter osservare il cambio della guardia davanti al palazzo del Principe. A questo punto si comincia a scendere, passando davanti al Museo Oceanografico del Principato di Monaco (molto interessante da visitare) e procedendo fino a tornare quasi sulla partenza del Grand Prix. Svolta a destra e altra rampa di salita che ci porta fino al lembo estremo del porto, dove un vento gelido ci ostacola, prima di girare e tornare indietro sul molo e immetterci nuovamente sul rettilineo della partenza per ripercorrerlo tutto, e, questa volta, giunti a Santa Devota, affrontiamo la terza salita, quella che ci conduce al Casino, dal quale cominciamo di nuovo a scendere, senza abbandonare il percorso del circuito passando alla curva del Mirabeau, a quella del Loeves, e giunti in fondo alla discesa, invece di imboccare il tunnel, giriamo a sinistra. Le salite e le discese sono terminate, d’ora in poi il percorso è quasi tutto pianeggiante. Ritorniamo verso l’Italia passando davanti al Forum Grimaldi e, dopo circa un chilometro, facciamo un’inversione a "u" per ritornare verso il tunnel, che percorriamo anche qui aggrediti da raffiche di vento, non forte, ma gelido. In questo tratto ho avuto l’impressione che alcuni chilometri fossero un pochino “corti” visto che il cronometro mi diceva che avevo percorso l’ottavo chilometro in 3’ 38”, il che per me è decisamente troppo veloce, ma comunque restava la soddisfazione di aver quasi portato a termine una 10 km particolare, con tanti corridori con il cappello, o addirittura tutto il vestito da Babbo Natale, parecchi con le corna da renna in testa, una corsa che più che al risultato cronometrico, forse bada al folclore e alla simpatia dei partecipanti.
Concludo con un tempo di 42’ 31” al mio cronometro e dopo aver usufruito dell’ottimo e abbondante ristoro all’arrivo con bibite varie, frutta fresca e secca, cioccolato, caramelle, torroncini (che hanno fatto la felicità della mia bimba che aspettava a casa), merendine e il famoso pain d’epices; un dolce speziato a base di miele tipicamente provenzale, mi dirigo al parcheggio prima di prendere troppo freddo, dato che il sole oggi proprio non ne ha voluto sapere di farsi vedere e ritorno a casa per l’ora di pranzo.
Un saluto a tutti e un caro augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Buona corsa a tutti e alla prossima!
(Pierfranco Guglielmi)



21/12/2009


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