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La mia seconda maratona. Torino, 19 aprile 2009
 
Oltre ad essere la mia seconda maratona è anche la mia seconda gara da Happy Runner ed è anche la mia prima gara in Italia. Potrà sembrare strano, ma non lo è, dato che abitando nell’estremo ponente ligure, e vista la scarsità di competizioni organizzate in questo lembo di Italia, io ho sempre gareggiato in Francia, dove invece si possono trovare gare quasi tutti i fine settimana, senza bisogno di effettuare lunghe trasferte.
Diciamo subito che la mia avventura torinese non era cominciata sotto i migliori auspici, infatti, sabato pomeriggio, subito dopo pranzo non ero in piena forma; forse non avevo digerito bene, così mi sono ritrovato nella camera del bed and breakfast insieme alla mia bimba che faceva il suo sonnellino pomeridiano, con un fastidioso senso di nausea un forte mal di testa e dei preoccupanti brividi di freddo. Non ho impedito a mia moglie di andare a fare un po’ di shopping, e nonostante lei fosse preoccupata sono riuscito a convincerla ad uscire. Quando Olga (la nostra bimba) si è svegliata stavo meglio, ci siamo preparati e siamo usciti a cercare la mamma. L’aria di Torino non sarà così salutare, ma mi ha fatto bene, e trovata la mamma siamo andati a ritirare il pettorale.
Il mattino seguente, dopo aver ben dormito (proprio perché pioveva!) abbiamo passeggiato fino a Piazza Castello, passando proprio sotto la Mole Antonelliana. Una volta giunti nei pressi della partenza, qualche foto di rito e poi ho ricevuto l’in bocca al lupo dalle mie “tifose”.
Dopo un po’ di attesa, sotto la pioggia (non forte, ma ininterrotta) ecco lo sparo dello starter. Ci siamo incanalati tutti in Via Po, per fortuna in leggera discesa.
Il mio principale obiettivo era quello di migliorare il tempo della mia prima maratona (Marathon de Monaco et des Rivieras 2003 – 3h 53’ 33” tempo reale) e, in base agli allenamenti sostenuti, sembrava che la cosa di potesse realizzare; diciamo pure che puntavo a 3h 45’. Subito ho pensato che la pioggia (e anche il vento freddo) potessero in qualche modo ostacolarmi, ma poi ho giocato d’azzardo: “E se partissi cercando di tenere un ritmo un pochino più veloce? Finchè ce n’è vado; magari riesco a portare il momento del crollo qualche chilometro più avanti…
Mi sentivo bene, e guidato dal fiume di corridori, mi sono lasciato portare, sempre con un occhio al cronometro e al cardiofrequenzimetro.
In questo modo ho divorato i primi 7 km e mi sono ritrovato a Moncalieri, con la gente che fuori dai bar con gli ombrelli e sotto le pensiline delle fermate degli autobus ci incitava (qualcuno ha anche urlato: “Dai che siete arrivati!”).
Al 10° km ero a 49’ 23” e mi sono incoraggiato da solo. Finora la mossa azzardata aveva funzionato, ma quanto sarebbe durata ancora? Forse è meglio non pensarci e proseguire.
Un passo dopo l’altro, i chilometri volavano; tra una banda musicale che suonava “Oh when the saints go marchin’ in”, un passaggio sopraelevato per superare la tangenziale sud (uscita Debouchè), la splendida vista, alla nostra sinistra, della palazzina di caccia di Stupinigi, il centro di Borgaretto, un gruppo di signore che urlavano a una ragazza poco dietro di me: “Vai bella bionda!!!!”…Senza quasi accorgermene mi sono ritrovato a Orbassano con banda musicale e majorettes che si esibivano sotto i portici, e la mezza maratona era compiuta. Sto bene e sto procedendo ad un buon passo (1h 44’ circa).
Adesso c’è bisogno di riordinare le idee e concentrarsi, perché si mormora che tra qualche chilometro ci dovrebbe essere una salita.
Aspettando questa fatidica “rampa” si può anche godere di qualche piccola grande cosa, come ad esempio un campo di colza con dei fiori gialli che nonostante il grigiore sembravano fosforescenti, oppure l’emozione di sfilare accanto ad alcuni bambini, sotto la pioggia con le loro mantelline colorate, che allargano il braccio e mi “danno il cinque”. L’entusiasmo della gente ci ha accompagnato per tutta la gara, e forse loro non sanno quanto sia importante per noi un sorriso, un “Forza!” o un “Bravi!”.
Intanto la salita è arrivata, e sembrava non finire mai; km 25, 26, 27… poi, a Rivoli si svolta a destra e appare “Corso Francia”; almeno una decina di chilometri di rettilineo; però si comincia a scendere… e anche i tempi al km scendono, fino verso il 38°, quando arriva la tanto temuta crisi.
Ricordo il sorriso di un ragazzo fermo sul marciapiede che guardandomi negli occhi ci ha detto: “Siete GRANDI”; a quel punto, non chiedetemi dove abbia trovato la forza, ma tra le vie che si facevano più strette, una curva a destra, una a sinistra, riconosco i negozi eleganti del centro, Via Roma, Piazza Castello, l’arrivo, ormai ho le gambe dure e le gocce di pioggia sul mio viso si mescolano con le lacrime di gioia mentre taglio il traguardo a braccia alzate. 3h 32’ 24” tempo ufficiale, 3h 31’ 20” tempo reale.
SONO AL SETTIMO CIELO.
Il tempo di ricevere la meritata medaglia, consegnare il chip e corro (si fa per dire) dalle mie due più grandi tifose e sostenitrici: Elena (mia moglie) e Olga (la nostra bimba) che mi hanno aspettato sotto la pioggia.
Voglio concludere con un sentito GRAZIE all’organizzazione, alle forze dell’ordine, ai volontari, alla gente, a Happy Runner e a tutti coloro che non ho ringraziato.
Buona corsa a tutti…e alla prossima.
Pierfranco (Pier) Guglielmi


19/04/2009


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