Marco Mangiarotti, triatleta con diabete di tipo 1, è divenuto finisher del 70.3 di Pescara. E' la storia di un triatleta (del Cremona Stradivari) che grazie allo sport è andato oltre la sua malattia vincendo la sfida personale. Un esempio da seguire. Ecco il suo racconto:
"Nonostante una brutta partenza a nuoto - dice - ed una anonima frazione di bici, a causa del percorso molto veloce non certo adatto alle mie caratteristiche, ho recuperato posizioni con una discreta frazione a piedi, chiudendo al 5° posto di categoria. Sono così riuscito a conquistare la “slot”di qualificazione alle finali mondiali di ironman 70.3 a Las Vegas del 09-09-2012, anche se dovrò rinunciare. C'è l’orgoglio di aver raggiunto il traguardo che mi ero prefissato e di avere dimostrato ancora una volta a me stesso ed agli altri che anche con il diabete tipo 1, è possibile raggiungere obiettivi ambiziosi, anche in un Ironman 70.3. Un risultato che vuole essere da esempio per dare fiducia a chi ha la mia stessa malattia e ha mille paure e pregiudizi nell’affrontarla".
"I ragazzi di diabete No limits (tutti affetti da diabete tipo 1) - continua Mangiarotti - hanno fatto la gara a staffetta, io ed un altro di loro quella individuale: ci sono grande entusiasmo e tante iniziative. A Cremona, a livello locale, invece, c’è un altro gruppo con il quale partecipo ad iniziative che si chiama “Diabete in Corsa”: negli ultimi anni si stanno evolvendo e fanno molto bene alla salute… Credo di essere il primo italiano con diabete ad aggiudicarsi una slot per la finale mondiale di “Las Vegas”. Per me non è niente di eccezionale, ma può essere un buon incoraggiamento agli occhi di chi mi conosce, ma anche no, ed ha paura a cimentarsi anche solo per pochi km a piedi a causa della malattia".
15/06/2012
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