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(di Matteo Merati, novembre 1998)

 

 

Correre una maratona (42.195 metri) non e’ un’impresa impossibile e per il podista amatore potrebbe essere l’obiettivo di anni di passione. Un po’ come partecipare ad una marcialonga nello sci di fondo o arrivare in cima allo Stelvio in bicicletta: imprese possibili, ma da preparare. Si e’ chiesto a Vittorio Zago, runner di vecchia data e fresco battezzato dalla maratona di Parigi, come si e’ comportato per portare a termine il suo sforzo piu’ lungo.

 

“Innanzi tutto le premesse: l’obiettivo era portare a termine la gara e la base da cui sono partito era 1 ora o poco piu’ di corsa quasi tutte le domeniche da parecchi anni, non avendo mai percorso piu’ di 20 km. Confortato da un collega, che ha diviso con me le gioie di questa esperienza, nelle festivita’ di fine anno ho preso contatto con un allenatore, per avere consigli e tabelle su come impostare i 3 mesi che ci separavano dalla gara parigina, prevista per la prima domenica di Aprile. La nostra richiesta era per un impegno monosettimanale, solitamente di domenica, perche’ questa era la disponibilita’ che il mio collega ed io potevamo garantire per un periodo cosi’ lungo”.

 

Una bella patata bollente, insomma. E come e’ andata ?

 

“Bene direi, visto che Parigi ci ha visti tra coloro che sono passati sotto lo striscione di arrivo e che non siamo incappati ne in gravi infortuni, ne in affaticamenti eccessivi”.

 

Perfetto, ma che cosa avete fatto in quei 3 mesi di timing ?

 

“Le tabelle che ci sono state date comprendevano dei consigli che girerei a tutti quelli che volessero provare questa magica esperienza:

-          allenarsi al’ora del giorno incui ci sara’ la gara;

-          imparare a bere durante gli allenamenti (prevedere fontanelle lungo l’itinerario o organizzarsi in altro modo per reintegrare i liquidi ogni 30-45 minuti);

-          fare attenzione all’alimentazione, in particolare il giorno della gara;

-          allenarsi, se possibile, in due o tre.

Poi c’era la parte specifica sul lavoro domenicale: quasi tutto lento, perche’ non c’era tempo di fare sedute di qualita’, organizzato in cicli da 3 sedute di cui le prime due uguali e la terza con un incremento di 15-30 minuti. Abbiamo rispettato il programma cercando di inserire, con il benestare del nostro trainer, 30’ di attivita’ infrasettimanale almeno un volta a settimana prima di andare in ufficio. Tutto bene sino a 15 giorni prima, quando, aumentando i carichi sono incappato in un principio di tendinite, che si e’ pero’ risolto, fortunatamente, con una domenica di riposo completo.”

 

E la gara, anche li tutto secondo il programma ?

 

“Si. Sveglia alle 6:30, colazione abbondante alle 7:00 e partenza alle 9:00. La temperatura era di 10-12 gradi e il cielo coperto. C’eravamo prefissati uno stop di 15”-30” ogni 5 km per bere e un’andatura da 5’ al km. Non e’ da favola, ma l’obiettivo deve essere proporzionato alla preparazione e per noi lo era, tanto che i tempi lo hanno confermato. Avvio lento (i primi 5 km in 27’30”), prima meta’ gara in 1h52’ e arrivo piu’ veloce dal 35° al 40° km in 24’15”) per una seconda meta’ in 1h44’: totale 3h36’. La classifica non mi importava, volevo arrivare al traguardo e questo ho fatto. Gioia e stanchezza, ma lo rifarei, anzi, lo rifaro’ sicuramente (n.d.r.: e cosi’ e’ stato). Una curiosita’: non credevo che correre la regina delle corse sotto le 4 ore fosse alla portata di molti, mentre sono stati piu’ di 10.000 a superare la linea del traguardo entro quel limite. Si vede che i consigli di giornali e riviste hanno lettori sempre piu’ attenti. Meglio cosi, e grazie.”

 

Grazie a lei Vittorio e in bocca al lupo per la prossima !!!!!

 



31/12/2006


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