Moduli per visita medica
E la prima è andata! Avevo due obiettivi: finire e stare sotto le 2 ore. Il primo l’ho portato a casa, per il secondo l’appuntamento sarà per la prossima volta, cercando di limare quei 2 minuti e 55 secondi che mi separano dal doppio giro d’orologio. L’appuntamento con la Mezza Maratona di Verona (o Gensan Giulietta e Romeo Half Marathon per fare un po’ i fighi) era partito quasi per gioco, diventando poi un obiettivo. La mia lepre era Cristina che mi ha convinto a farla e che, a parte l’ultimo periodo, ha fatto una preparazione degna di un’atleta consumata… La sveglia è prestissimo, alle 6:30 ci si incontra alla stazione di Cadorna e via in autostrada verso Verona. Il tempo è grigio e non piove, ma ci basta superare il curvone di Bergamo che comincia a piovigginare e poi vien giù sempre più forte. Arriviamo a Verona che piove bene e fa freddino. Il parcheggio è comodo e dopo esserci cambiati andiamo a ritirare i pettorali e la sacca per gli indumenti. Tra ritiro materiale, bagno (per Cristina con coda di 20 minuti), consegna delle borse, è già ora della partenza… bene almeno la tensione non si fa sentire. Alle 10 in punto scatta il via, dopo 6 minuti siamo sotto la partenza e inizia la nostra corsa. Acqua sopra, acqua sotto, si fa più fatica a schivare le pozzanghere che a correre. I primi 4 chilometri sono un po’ anonimi, si attraversa la periferia sud-est di Verona fino ad arrivare alla salita che porta verso l’Adige. Sul ponte ci fanno compagnia un gruppo di percussionisti che ci incitano e che ritroveremo nei giri successivi. Ripassiamo il fiume, costeggiamo i bastioni fino ad arrivare sulla sponda meridionale. Qui pieghiamo verso destra, incrociando i top runner in senso opposto che sono già al 14 km. Per noi sono solo 7; questi atleti sono velocissimi e anche umani, molti di loro all’incrocio ci incitano e battono il 5: una bella carica di fiducia. Passiamo vicini ai bastioni, incrociamo Lara e Massimiliano sul ponticello ai 9km e dopo alcune tornate siamo in prossimità del palazzetto dello sport e quindi della mezza distanza. Qui i partecipanti alla staffetta si scambiano un bacio e passano il testimone, mentre noi proseguiamo continuando a prendere acqua. Fortunatamente il freddo è passato: la corsa riscalda!!! Ripercorriamo un pezzo del percorso iniziale tagliando a sinistra per ripassare sul ponticello con Lara e Massimiliano che, sprezzanti della pioggia, continuano ad incitarci; rifacciamo i bastioni meridionali e siamo sul ponte dell’Adige dove gli instancabili suonatori battono il tempo. Siamo ormai in vista dei 14km e “la Pisana all’uscio” decide di dare due mandate, chiudere la porta e partire. Si allontana e ai 16 chilometri faccio fatica a vedere le trecce svolazzanti. Ora devo fare da solo. Fortunatamente la pioggia ci da una tregua. In pazza delle Erbe le bancarelle invitano a fermarsi, ma non c’è tempo. Cominciano a sentirsi i primi sintomi di stanchezza, ma il tempo rimane buono tanto che al 18.mo km scendo sotto i 5 minuti al chilometro. Mi do del pazzo e continuo. Ormai manca veramente poco, le strade strette del centro di Verona aiutano a spezzare la monotonia e a tenere il ritmo. Una curva secca a destra ed ecco l’Arena, si entra dal lato sud, emozionato come un moderno gladiatore attraverso il teatro, vedo il cartello dei 21km e… una rampa secca per l’uscita sul lato nord!!! Una mazzata per le povere gambe anche se di devono percorrere solo pochi metri che mi separano dal traguardo. Ed eccomi arrivato, un po’ provato, contento nonostante il tempo sopra le 2h. Ritrovo Cristina felice di aver migliorato il suo personale sui 21 fatti a Pisa a dicembre. Insomma una bella avventura delle coperte all’arrivo avrebbero aiutato ad evitare di far prendere troppo freddo ai partecipanti. Raccogliamo le nostre borse, ci copriamo velocemente e saliamo sulla navetta. Arriviamo al palazzetto per la meritata pasta offerta dall’organizzazione e per gustarmi una birra rigenerante. Ora si pensa già alla prossima!!!
(Andrea Spadotto)
(Andrea Spadotto)
15/02/2016
