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L’idea di partecipare all’’IRONMAN 70.3 Pays d’Aix (FR) si materializza nel corso del mese di aprile, solo poche settimane prima dell’evento pianificato per il 14 maggio 2017. Il mio amico Alessandro di Tritaly e i troppi mesi passati lontano dalle competizioni di triathlon (l’ultima era stata a Mergozzo a settembre 2016) mi convincono a stravolgere i piani iniziali che prevedevano il debutto stagionale circa un mese più avanti. Una volta deciso di partecipare, mi iscrivo senza particolari problemi alla gara, che conta un discreto numero di partecipanti - circa 2.000 - ma non va “sold-out”.


Decido di partire per Aix-en-Provence il venerdì pomeriggio, per evitare di fare tutto di fretta nella giornata di sabato: il viaggio da Milano dura circa 6 ore, considerati sia il traffico oltre il confine francese che la guida sportiva del mio compagno di avventura. Arrivo giusto in tempo per ritirare il pettorale e il pacco gara, che mi delude un po’: non è altro che una piccola tracolla con il logo IRONMAN e la scritta dell’evento.


Per la mattinata di sabato ho in programma un’uscita in bici di fondo lento, che però decido senza indugio di saltare a favore di una bella dormita! Dopo la doverosa visita all’Expo, e aver consegnato la sacca RUN all’apposito stand, mi avvio verso Peyrolles-en-Provence, che dista circa 25km da Aix-en-Provence, dove si svolgerà la prima frazione di nuoto.

 

Il laghetto di Peyrolles è un piccolo bacino artificiale, incastonato in un bel contesto paesaggistico. Depositate le bici nell’area cambio e la sacca BIKE, scelgo di indossare la muta per fare qualche bracciata. L’acqua con il suo bel colore verde smeraldo mi sembra molto invitante, scopro presto però che è decisamente fredda e che la visibilità è scarsa. Ciononostante la nuotata mi mette di buon umore e mi sembra uno “sforzo” sufficiente per decidere di saltare anche la corsa di attivazione, che normalmente faccio il pomeriggio prima di ogni gara. Rientrato ad Aix-en-Provence, ceno molto presto e vado a dormire ad un orario decisamente inusuale per il sabato sera. 

 

Il giorno dopo la sveglia suona presto - alle ore 04:00 - per avere il tempo di fare una buona colazione; alle 05:30 sono già sulla navetta che mi porta alla partenza di Peyrolles. L’organizzazione del transfer è impeccabile, il viaggio dura circa mezz’ora. Dopo un ultimo check della bici e aver sistemato barrette e borraccia, mi avvio ad indossare la muta e a consegnare anche la terza sacca.

 

L’aria è fredda e il lago è coperto da una fitta nebbia. Per passare il tempo chiacchiero con altri italiani: siamo circa 80 in tutto, secondo l’organizzazione. Intorno alle ore 07:00 finalmente spunta il sole e gli altoparlanti alzano il volume della musica, capisco che da lì a poco si farà sul serio. Insieme alle altre centinaia di persone mi sposto sulla spiaggia, e mi posiziono in corrispondenza del cartello che identifica il tempo indicativo con cui penso di concludere la frazione di nuoto: con il meccanismo del “rolling-start” mi troverò infatti a nuotare con atleti dai tempi simili ai miei. Alle 07:30 circa partono i PRO: vanno come dei matti, sembra che stiano facendo una gara di nuoto più che una di triathlon! Dopo meno di 22’ io sono ancora in attesa del mio turno, e il primo di loro già esce dall’acqua.

 

Finalmente tocca a me: mi tuffo nelle verdi acque e inizio a nuotare, senza forzare troppo e cercando di rimanere “lungo”. Il percorso è ben segnalato: ci sono delle grosse boe ogni 100 metri, riesco a tenere delle buone traiettorie. Il nuoto non è il mio forte, questo è sicuro, ma tutto sommato mi diverto anche in questa prima frazione di 1.900 m, che chiudo in 40’. 18’ di distacco dal primo dei PRO, non male… almeno sono riuscito a non farmi doppiare!

 

L’area della prima transizione (T1) dista circa 500 metri dal punto di uscita dall’acqua; recupero la sacca dalla rastrelliera e mi cambio velocemente, quindi recupero la bici e inizio la frazione BIKE. Le gambe all’inizio sono un po’ pesanti, faccio fatica a mantenere la cedenza di pedalata ideale (intorno ai 100 rpm in pianura, 80 rpm in salita). Superata la prima salita, trovo finalmente il ritmo giusto e inizio a divertirmi.

 

Il percorso ciclistico dal Lago di Peyrolles ad Aix-en-Provence è di circa 88 km, con un dislivello complessivo di 1.009 m (un po’ meno dei 1.200 m dichiarati dall’organizzazione). Sul percorso si incontrano 7 salite, ma quelle principali sono 4: 3 nella prima metà del percorso, l’ultima e più impegnativa intorno al km 65. Il percorso è molto vario e interessante dal punto di vista paesaggistico; costeggia e aggira la Montagna di Sainte Victoire, un massiccio roccioso che taglia la campagna provenzale da ovest a est. Dal mio punto di vista, è un percorso abbastanza impegnativo per una gara di questo tipo. Chiudo la seconda frazione in 3h 22’.

 

Raggiunto il cento di Aix-en-Provence, lascio la bici ai volontari nella seconda zona di transizione (T2) e recupero velocemente la sacca RUN. Dopo pochi minuti sto già correndo il primo dei 3 giri previsti per la terza frazione. Scopro ben presto che anche questo percorso è tutt’altro che piatto: qualche salita, qualche discesa… il guadagno di quota complessivo registrato dal mio Garmin alla fine sarà di circa 200 mt, ma la sensazione è quella di correre una mezza maratona su un percorso “ondulato”. A rendere più interessante il percorso c’è il passaggio nel parco di Aix-en-Provence, su fondo sterrato. Al terzo giro la fatica inizia a farsi sentire, tengo duro come ho fatto tante altre volte (in fin dei conti vengo dalla maratona…) e quando finalmente capisco che è quasi finita mi godo gli ultimi 2 km di corsa felice come un bambino. Chiudo la terza frazione in 1h 50’, per una distanza complessiva di circa 19,5 km.

 

Quando passo sotto il traguardo il cronometro segna 6h 6’ 55’’: non ho centrato l’obiettivo di rimanere sotto le 6h, ma sono comunque molto soddisfatto della mia prestazione. Sono contento soprattutto di essere arrivato alla fine con il sorriso, stanco ma non troppo… credo che avrei potuto anche fare meglio, ma forse non avevo tanta voglia di “tirare” a questo punto della stagione. 

 

L’area ristoro all’arrivo è molto ben organizzata, ci sono cibo e bevande in quantità; inoltre c’è un efficiente servizio massaggi, di cui approfitto senza indugiare.

 

Nel complesso la gara è organizzata molto bene: la quota di iscrizione (circa 300€) non è proprio economica, ma nulla è lasciato al caso e il livello di servizio percepito è ottimale. Uniche delusioni il pacco gara e la maglietta da finisher che è di scarsa qualità. La medaglia invece è molto bella, starà bene appesa nella bacheca insieme agli altri trofei.

 

Nel complesso consiglio a tutti i triatleti questa gara, per la bellezza del percorso in bici e per l’ottima organizzazione. Da tenere presente, però, che è una gara abbastanza impegnativa nella sua categoria per via dei dislivelli.

 

Il lunedì rientro con calma a Milano, pienamente soddisfatto della trasferta e desideroso di riprovarci presto… a metà giugno, l’IRONMAN 70.3 di Rapperswil-Jona (CH) mi sta già aspettando!

(Matteo Marzan)



30/05/2017


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