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Maratona di Venezia 2015 … la mia prima. (sono stata sintetica !!!).
Ebbene sì, lo confesso... ieri alla Maratona di Venezia c'ero anch'io.
Sono ormai 8 anni che faccio gare un po' di tutti i tipi, non sono mai stata un'atleta e i risultati lo dimostrano, ma la corsa è una passione e mi diverto molto.
Sono anche otto anni che mi sento dire... “ma come? Con tutto quel che corri, non hai mai fatto una maratona?”...dai non-runners = non sei mai andata alla Maratona di New York?!
Beh, francamente, ve lo devo proprio dire....di correre una maratona non me ne è mai fregato un gran chè!
Con il po' di esperienza che ho, sono consapevole che i miei tempi potenziali si assestano tra le 4 e le 5 ore, a seconda anche delle condizioni e della giornata... nessuna gara, soprattutto una maratona, va mai sottovalutata.
E io in gara sto concentrata e ZITTA! ... stare tutto quel tempo senza parlare.... ma mi ci vedete?!
Comunque gli anni scorrono e il 2016 vedrà il passaggio di categoria e l'arrivo del 50esimo compleanno... in qualche modo bisognerà pur celebrarlo!
Mi sono fatta convincere che dedicarmi a qualcosa di diverso fosse il modo giusto.
Mi decido per Parigi 2016 per la vicinanza alla fatidica data e il contesto meraviglioso, ma per viverla in serenità forse una maratona “di prova”, prima di allora, dovrei pur correrla.... da qui all'iscrizione alla Maratona di Venezia il passo è breve.
Sono allergica alle tabelle e mi iscrivo alle gare in modo “eclettico”... dal miglio a un trail di 25 km con oltre 1500 metri di dislivello.. tutto è divertente per me, soprattutto se ci sono i miei amici Happy Runners (e non) con i quali condividere trasferta, gara e tutto il resto.
Quindi arrivo a questa Maratona con tanti km nelle gambe distribuiti però, passatemi il termine non mio, “ad cazzum”: gli unici due lunghi su strada in occasione della 30 km di Monza e di Lugano, concluse comunque entrambe dignitosamente in 2:50 e 2:48...
Psicologicamente l'atteggiamento è: non pensarci! Sono un tipo emotivo, se comincio a concentrarmi per tempo su qualcosa è peggio... certo la cena del sabato con il Presidente Paolo che vedo un po' preoccupato della mia “superficialità” comincia a farmi pensare che forse avrei dovuto avere maggiore focus... ma ormai siamo qui, e allora balliamo, anzi.. corriamo!
Sono raffreddata e tossicchiante, mannaggia, ma fortunatamente la giornata è fresca ma non fredda, il sole “splende”, per quanto possa riuscirci alle soglie di novembre in località nebbiose per definizione, la meravigliosa Villa storica teatro della partenza di Stra (quasi a Padova!) mi affascina e mi distrae.
Il mio compare di corse Robi e Massimo, giunto come promesso da Firenze per accompagnarmi sono al mio fianco... che splendidi alfieri, sono una donna e runner fortunata ad avere amici così.
Il groppo in gola è duro da mandare giù alla partenza. Naturalmente siamo molto indietro, nella penultima griglia, ma le parole dello speaker ci arrivano forti e chiare e la dedica a Fabrizio Cosi, il “capitano” dei Podisti da Marte che tanto ha fatto per il movimento del running solidale, mancato improvvisamente a soli 50 anni pochi giorni fa, non può lasciare indifferente neanche chi non lo conosceva... figuriamoci me: oggi corro con il pettorale dei “marziani” spillato sulla schiena.
I palloncini gialli volano in cielo e uno squarcio nella velatura di nuvole fa intravvedere un inaspettato arcobaleno, contrario alle leggi meteo... per me ha un significato speciale.
Conto alla rovescia e sparo: si va!
Per modo di dire... ben 4 minuti di differenza col real time, ma noi, tanto, non abbiamo fretta.
I primi 15 km passano allegramente costeggiando il Brenta, con la distrazione di tante ville antiche da ammirare... alcune restaurate e in ottimo stato, alcune decisamente decadenti, che impegnano la mente ad immaginare come potevano essere state nel loro splendore.
Non un auto lungo il percorso, ma musica rockettara e tante, tantissime persone ad incitarci e fare il tifo, le signore anziane sono le più scatenate e da me molto benvenute!
I ristori ogni 5 km sono ben organizzati e ci cadenzano qualche momento di riposo prima di ripartire, il ritmo è buono ma cauto, siamo intorno o sotto i 6 minuti al km.
A parte un paio di “pit-stop” che, se sono sbrigativi per i miei uomini sono invece un (bel) po' più lunghi e complicati per me, tutto fila abbastanza liscio fino alla mezza.
Il paesaggio passa drasticamente dalla tranquillità di provincia di Dolo e Mira alla decadenza post-industriale di Marghera che sembra accompagnarsi all'esaurimento delle energie del nostro Robi, infortunato ad agosto e con conseguente scarso allenamento, che comincia ad assumere la sua caratteristica andatura “pendente” di quando la stanchezza diventa l'azionista di maggioranza e solo la sua tenacia continua a far andare le gambe... ma accidenti siamo solo a metà strada!
Comincio a preoccuparmi.
L'Happy Pacer Carol con il palloncino delle 4:30 ci sorpassa con un saluto e un “tutto bene?”, al quale rispondiamo con un pollice alzato che vuole convincere più noi stessi che lei.
Comunque al motto “non si molla un c...” si riprende e si va.
Riconosco Simona la Salandra dell'Abbraccio, che ammiro e stimo come atleta e come donna, scambio un saluto e qualche parola di incitamento.
Il parco San Giuliano di Mestre che riconosciamo in quanto sede del Villaggio per il ritiro dei pettorali è teatro del 30simo km e di un giro nel verde che volentieri rivediamo dopo il cemento e i vetri rotti delle fabbriche.
Da qui comincia davvero la mia maratona: mai ho corso oltre 30 km di fila. Ce la farò? Ogni chilometro sarà una sudatissima conquista.
E poi arriva lui... il fatidico Ponte della Libertà: 5 km che uniscono la terraferma con l'ambita Venezia, lo spauracchio di tutti i runners che corrono questa gara, divenuto “incubo” in particolare per l'edizione di un paio di anni fa in cui furono frustati da pioggia e vento in una giornata dal clima davvero inclemente.
Ma anche in questa edizione baciata dal sole autunnale vedo che purtroppo questa parte del percorso miete le sue vittime.
Più volte rischio di andare a sbattere contro altri concorrenti che improvvisamente si “spengono” come lampadine davanti a me, più volte devo spostarmi a sinistra per lasciar sfrecciare ambulanze a soccorso di qualcuno che si è sentito male, più volte devo distogliere lo sguardo da atleti dall'aria anche preparata ma irrigiditi dai crampi...
Faccio fatica, molta fatica a non farmene colpire e restare concentrata su me stessa, sulle mie gambe che sono sì stanche ma comunque vanno senza grossi problemi e non so veramente come aiutare Robi che sento in difficoltà alle mie spalle e non più al mio fianco... se ci fermiamo ripartirà? E io?
Massimo è una benedizione: anche lui non è poi così allenato, ma comunque regge bene. Soprattutto ha quel suo solito splendido atteggiamento solare e ottimista che ti fa pensare che sia impossibile non farcela.
Robi “naturalmente” comincia a dirci di non aspettarlo e noi a rispondergli che non se ne parla, che si arriva insieme e non ci sono discussioni. Ma vedo che lui si sente in colpa, convinto di rallentarci, e temo che si sforzi troppo per tenere un ritmo che è comunque al momento al di sopra delle sue energie.
Ma finalmente si avvista il Campanile di San Marco e la fine di questo ponte che ho amato proprio poco, ma quando si è al 37simo km non si può che pensare che ne mancano solo 5.... anche solo camminando, ma si arriva!
Che città meravigliosa Venezia.
Peccato che per la sua conformazione sia impossibile correre ben più km di quegli ultimi 5 al suo interno, sarebbe uno spettacolo nello spettacolo.
Saluto il “Fax” Stefano, compagno Happy Runner con cui finalmente ci conosciamo di persona e continuo l'avventura con i miei amici, godendomi ogni passo della corsetta ormai rallentatissima e alternata alla camminata, ma che mi consente di guardarmi in giro e assorbire scorci e panorami e la meravigliosa atmosfera che un'incredibile folla festante ci regala.
Certo non mi aspettavo di deviare in Piazza San Marco per un “giro di campo” tra facce sconosciute accalcate alle transenne che ci urlano, ci incitano, ci danno il cinque e “bravo – brava – bravi” (ma chi? noi?) a tutto spiano... incrocio ancora qualche viso familiare... il Presidente Paolo (sarà arrivato almeno da un'ora – penso) e la sua famiglia, l'Happy Max Bassignani, il gruppo dei Podisti da Marte... uno sguardo e la felicità di vedere riflesso nei loro occhi la mia emozione.. essì, direi che nonostante tutto ce l'abbiamo fatta.
Gli ultimi 200 metri sono un'esperienza mistica, catartica... siamo tutti e tre in “riserva” ormai, ma l'arrivo mano nella mano tra i miei due angeli custodi, uno per la verità in preda ai crampi ma che non smette certo di correre proprio al traguardo.... impagabile.
Quanto ci abbiamo messo? Tanto mi importava che l'ho scoperto solo perchè il servizio di cronometraggio mi ha mandato un SMS: 4:49:59 (!) minuti dallo sparo, 4:46:00 real time.
La vostra Happy Robertina da oggi.... Marathon Finisher.
P.S.: annotazione sull'organizzazione.
Bene tutto, compreso il rientro logisticamente complesso tra vaporetti che ti riportano a Tronchetto e pullman e autobus con destinazione Mestre e Stra. Vero è che ho i cassetti straripanti di maglie tecniche delle gare, ma mi sarebbe piaciuto che quella della mia prima maratona fosse della mia taglia S: Small e Medie (non so se ci fossero X-Small) sono andate subito esaurite, mi sono ritrovata con una Large, che comunque ben volentieri regalerò ad un mio caro amico...
 

26/10/2015


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