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MOTORE INFERIORE

Sono poche le discipline in cui la forza motrice dell’atleta non sia concentrata dal bacino in giù e sarebbe così anche per il triatleta se non esistesse la frazione a nuoto. Lo stesso, per una questione di democrazia (ciclismo e corsa vogliono infatti arti inferiori forti e resistenti), la proposta di queste pagine è finalizzata al miglioramento della funzionalità proprio della muscolatura della regione inferiore. La teoria dell’allenamento classifica le esercitazioni che si possono effettuare per migliorare le proprie performance come generali, speciali e specifiche. Le prime non richiamano gesti propri della disciplina ma mirano al mantenimento in forma dell’organismo e al miglioramento del più vasto numero possibile di schemi motori. Le seconde comprendono esercizi dove la gestualità della disciplina è richiamata in forma globale. Le terze lavorano in forma analitica sulle componenti della gara, sia dal punto di vista muscolare e organico sia da quello coordinativo. Ma nessuna delle tre forme di allenamento può fare a meno delle altre due.
Quale delle tre?
La scelta delle differenti tipologie di esercizi o lavori da svolgere in piscina, sulle due ruote o movendo un passo dopo l’altro dipende sostanzialmente dalla stagione e dagli obiettivi che ci si prefigge. All’inizio delle preparazione si fanno più attività generali, poche speciali e quasi niente specifiche, col tempo meno generali, molte speciali e sempre più specifiche, nel periodo di gara si riducono all’osso le generali, si limitano le speciali e si lavora sulle specifiche. In ogni fase, comunque, sono sempre presenti tutte e tre le modalità di lavoro e sta alla buona organizzazione del programma di allenamento equilibrare le sue componenti. La ginnastica nelle sue varie forme dovrebbe essere molta lontano dalle gare per andare via via diminuendo con l’approssimarsi delle stesse. Ma come detto, non dovrebbe mai mancare. E questo indipendentemente dal fatto di voler inserire le attività ginnastiche tra le esercitazioni generali, tra quelle speciali se non addirittura e in qualche caso, tra quelle specifiche.
Generali e stretching
Lo stretching rientra certamente tra le esercitazioni generali ma fa parte di quelle attività che non vanno mai abbandonate, neanche avvicinandosi al periodo delle gare o trovandosi nel pieno del loro svolgimento. Come ogni triatleta sa facendosi un onesto esame di coscienza il tempo che resta dopo gli impegni delle tre discipline e che si può dedicare a rilassarsi tirandosi un pochino i muscoli è molto spesso troppo poco. Certamente non è così tragica la situazione per i professionisti, che nel loro monte ore di allenamento quotidiano riescono sempre e trovare spazio per degli esercizi di mobilità, anche di tipo statico come è appunto lo stretching, ma è decisamente allarmante tra gli amatori che per quanto riescano ad allenarsi anche parecchie volte alla settimana troppo spesso si dedicano solo ad altre tipologie di esercitazioni. Invece, proprio come consigliano i teorici dell’allenamento, è bene che anche un’attività così generale e apparentemente slegata dalla prestazione abbia il suo piccolo spazio all’interno di ogni singola fase dei vari cicli di lavoro.
La teoria dell’allenamento
Forse una volta non si sapeva neppure cosa fosse perché l’allenamento era piuttosto empirico ma oggi, con i progressi della scienza, non si può proprio farne a meno per avere le giuste indicazioni sui passi da fare per migliorare le proprie prestazioni.
Storicamente la teoria dell’allenamento ha passato quattro fasi. La prima – imitazione dello sport – prendeva spunto, come suggerisce il nome, dalla disciplina nella quale ci si cimentava. La seconda – imitazione del campione – cercava di lavorare utilizzando le metodiche e le esercitazioni che avevano portato i migliori a emergere. La terza – analisi delle qualità fisiche – mirava al miglioramento delle varie componenti atletiche delle discipline sportive. La quarta - ideazione del modello teorico – è un po’ la somma delle tre precedenti ma partendo da presupposti più analitici che coinvolgono tutti i fronti in grado di determinare la performance quindi non solo la gara, non solo le altrui esperienze e non solo le qualità fisiche.

(matteo merati)



03/04/2016


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