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Prima di augurarvi buone vacanze mi sono ripromesso di darvi qualche indicazione qualora vogliate cimentarvi in questi prossimi mesi in una delle numerose proposte legate alla corsa ma con le varianti che le tendenze ormai vogliono sempre più frequenti: le corse con ostacoli, ovvero ciò che l’uomo del terzo millennio ha riscoperto per vivere le esperienze dei propri avi nei secoli passati.
Le variabili sono moltissime e il termine ostacoli non è neppure del tutto corretto perché si passa da corse nel fango a corse colorate da corse con impedimenti naturali a versioni edulcorate di cross fit dove la componente muscolare è limitata a favore di quella organica legata alla corsa: insomma una bella confusione!
I puristi della corsa non verranno nemmeno sfiorati da queste proposta e gli amanti del trail – che di ostacoli ne incontrano già abbastanza, se non altro con il nome di dislivello – men che meno, ma non tutti sono amatori della pura corsa anzi molti podisti dell’ultima ora piuttosto che storici macinatori di chilometri potrebbero trovare divertente cimentarsi in una di queste iniziative che certamente nelle prossime settimane andranno ad arricchire il già ricco programma di eventi delle località turistiche del belpaese. Ma affrontare un’attività di durata nella quale ci siano da superare delle avversità più o meno naturali non è come allenarsi a correre, sostanzialmente per tre motivi:
  • serve una maggior forza, soprattutto di arti superiori – che nella corsa si usano poco – e tronco;
  • la forza che serve non è quella massima ma quella che i teorici chiamano forza resistente o, volendo girare la frittata, resistenza alla forza;
  • lo sforzo va distribuito soprattutto in relazione alla componente energetica della parte anaerobica legata alla forza – che si esaurisce prima – piuttosto che a quella aerobica tipica delle corse di fondo, più duratura e solitamente più allenata.
Inoltre si può aggiungere un’osservazione legata al buon senso che è quella di non superare i propri limiti o, anche qui ribaltando la prospettiva, di non cimentarsi in attività che siano al di sopra delle proprie possibilità.

La forza del podista
So bene che siete tutti molto allenati dal punto di vista organico: corsa continua, ripetute, salite, fartlek e cose di questo genere ormai sono per voi parte della routine quotidiana, ma quanti di voi dedicano regolarmente alla tonificazione muscolare non specifica almeno 30 o 40’ a settimana? Addominali, arti superiori e pettorali che poco vengono utilizzati nel gesto della corsa meritano invece, in prospettiva di un impegno a ostacoli, una certa attenzione. Come si è già detto non serve migliorare la propria forza massima con carichi esagerati ma trovare il tempo di cimentarsi in semplici esercizi a corpo libero per far sì che la corsa a ostacoli non si concluda con un ritiro a metà percorso perché non più in grado di scavalcare un muro o di arrampicarsi su una fune. Lo stesso vale per la distribuzione dello sforzo a cui siamo tutti più o meno abituati quando si tratti di gestire i chilometri da percorrere ma che coinvolgendo in queste manifestazioni la componente di forza – solitamente legata ai meccanismi energetici anaerobici, molto potenti ma di breve durata – va gestita con parsimonia e dandosi soprattutto del tempo di recupero tra uno sforzo e l’altro per far sì che l’organismo sia in grado di rifornirsi del tipo di energia necessaria a ciò che si sta per affrontare, ovvero una corsa con continui cambi di ritmo e di tensioni muscolari.
E come sempre, buon training.

(Matteo Merati)
 

21/07/2018


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